La Mindfulness non chiede di eliminare i pensieri, anzi. Si tratta di far pace con il flusso costante dell’attività della mente ed imparare a focalizzarla. Più profondamente sviluppa la capacità di comprendere che i nostri pensieri sono solo pensieri e che non sono quindi un riflesso della realtà esterna che ci circonda, ma soprattutto ci aiuta a capire che noi non siamo i nostri pensieri, perché essi sono un nostro prodotto e quindi li possiamo provare a governare.
Ci permette di smettere di inseguire tutti quei pensieri che arriviamo a giudicare dannosi, irrazionali o inutili, senza però cercare di bloccarli, perché otterremmo l’effetto opposto. Ogni tentativo di eliminare i pensieri è una lotta contro la mente che non fa che aumentare lo stress.
La nostra mente non conosce il negativo, cioè ogni tentativo di dire ad esempio: “non voglio pensare ad un coccodrillo” non fa che farci immaginare il coccodrillo. Questo avviene anche per i pensieri più drammatici, dolorosi negativi o tristi.
Quante volte noi stessi ci inganniamo dicendo: “non voglio pensare a quanto male sono stato in quel momento” ed immediatamente questo provoca in noi la comparsa di quel dolore e magari le lacrime e la tristezza che lo hanno accompagnato.
Ogni negazione evoca nel pensiero esattamente la presenza di ciò che vorremmo negare.
La Mindfulness ci permette invece di accogliere pensieri ed emozioni, smontandoli, per così dire, della loro forza distruttiva.
Potremmo utilizzare una metafora: non dobbiamo erigere una barriera contro i pensieri come fosse una scogliera molto forte contro il mare burrascoso; piuttosto dovremmo imparare ad essere come delle baie molto lunghe e profonde nelle quali l’onda anche violenta del mare entra e piano piano perde forza nel suo arrivare verso riva, fino alla spiaggia dove poi risacca e torna via.